Monsieur de Lapalisse? Può darsi; ma non era colpa di Pisacane se in piú di un'occasione gl'italiani insorti avevan dato prova d'ignorare, in questa materia, lo stesso abbicí e troppo spesso d'apprezzar piú la gloria d'una scaramuccia vittoriosa o d'una posizione difesa fino all'ultimo sangue, che non il raggiungimento dello scopo finale.
Quegli articoli fecero chiasso; e per esempio il general Mieroslawski in persona fece a Pisacane l'onore di un'irosa risposta, gremita di rinnovate accuse contro i disgraziati siciliani. Ma a che pro discuter con lui?(69) Comunque la fama di Pisacane scrittore o era fatta o s'andava sicuramente facendo. Gran peccato dunque che motivi a noi ignoti, ma facilmente intuibili (d'idee si abbondava nella redazione dell'Italia del Popolo; non cosí di danaro!) costringessero Pisacane a lasciare Losanna e il tranquillo e operoso cenacolo mazziniano(70). S'apriva un nuovo periodo di ricerche infruttuose, di spostamenti, d'inquietudine.
Fu dapprima a Lugano, dove, per quanto non vi si trattenesse che ben pochi giorni, «fece colpo» tra gli esuli italiani. Non era piú il capitanuccio ignoto e appartato dell'anno innanzi; era Pisacane, ex Capo di Stato Maggiore della repubblica romana: emergeva dal gregge. Il poeta e patriota Dall'Ongaro si era affrettato a comunicare il suo arrivo al Tommaseo (in Corfú), definendo senz'altro Pisacane come «l'anima e la mente di quel poco che a Roma si poté fare di buono»(71). Dall'Ongaro, è vero, era già intimo di Pisacane, che aveva incontrato a Roma appunto; e delle sue doti di militare e di scrittore di cose militari si professava da tempo ammiratore entusiasta.
| |
Lapalisse Pisacane Mieroslawski Pisacane Pisacane Italia Popolo Pisacane Losanna Lugano Pisacane Capo Stato Maggiore Dall'Ongaro Tommaseo Corfú Pisacane Roma Ongaro Pisacane Roma
|