Gli pare che ora saprebbe assai meglio che non l'anno innanzi intenderne certe deficienze e valutarne alcune caratteristiche, oltre che avanzare piú meditate e lungimiranti previsioni sui futuri andamenti. Cattaneo, che ha pur mo' pubblicato un suo saggio magistrale sulla rivoluzione milanese, lo incoraggia al lavoro e lo aiuta a chiarire le idee; i suoi consigli, i dati che egli solo può fornire, la sua fobia del generico salveranno Pisacane dal cadere nelle astrazioni inconcludenti. L'occasione anche per altri aspetti è magnifica: i piú attendibili testimoni e attori d'ogni importante episodio del '48-'49 sono, si può dire, tutti a portata di mano, a Lugano o a poca distanza di lí; si può quindi verificare ogni versione, chiarire ogni punto oscuro, costruire sul solido; e poi utilizzare la collezione di narrazioni e documenti raccolti per l'Archivio triennale. Al lavoro, dunque.
Si delinea cosí e poi d'un getto solo, diresti, si forma il primo volume di Pisacane, La guerra combattuta in Italia nel 1848-1849, che reca appunto la data di Lugano ottobre 1850. È un libro appassionato e ispirato, animatissimo dalla prima all'ultima pagina, una cosa perfettamente riuscita. La nuda militaresca concisione della parte narrativa, la estrema vivacità dei giudizi critici, l'originalità dell'assunto, l'equilibrato padroneggiamento della materia, lo stile nervoso e asciutto dànno la misura del fervore da cui è animato l'autore, della freschezza e novità delle sue convinzioni; e insieme rivelano se non m'inganno a partito, una nuova influenza di Cattaneo: incitatore prima ed ora giudice e correttore severo.
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