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      Ma proseguiamo. «Né incolpare un solo della colpa di due, perché la cosa piú meravigliosa si è stata la prima scambievolezza... Il ritratto che mi fai delle mie due esistenze è vero e crudele assai, e mi ha immerso in tale stato d'incertezza da disperarmi... Ora esaminiamo un poco. Io vorrei riunirmi a te..., ma il dispiacere di rompere coi miei parenti è immenso, la precarietà della nostra esistenza mi spaventa... Cosa decidere! Io non lo so... Se potresti come tu dici divenire cittadino svizzero, allora sí che credo il miglior partito riunirci, perché non potresti mai esserne cacciato e difficilmente ci mancherebbe il pane. Sii piú che sicuro che qualunque cosa io scrivessi ai miei parenti essi si disgusterebbero con me perché ora essi sono persuasi che io sia come in famiglia, e punto dubitano ch'io potessi ricominciare a dispiacerli... Allorché ho tue lettere vorrei venire da te, allorché ne ho da casa mia, non vorrei piú venire pensando che dispiacere ne avrebbe la povera Mamma. Quest'incertezza mi uccide. Rileggendo il quadro che mi fai della mia vita con te, mi deciderei di restarmi come mi trovo, perché esso troppo mi spaventa, e sono certa che il mio naturale s'irrita tanto della vita provvisoria da renderti troppo infelice. Intanto se credi prudente di spendere qualche centinaio di franchi e vorresti venire qui per meglio discutere a voce, direi non tardare piú...»
      Arduo compito quello di dover ricostruire la storia di un'anima da pochi frammenti superstiti: fosse anche a me lecito, sorvolando sull'episodio scabroso, ripetere con Mazzini che al «santuario della vita individuale» deve arrestarsi la curiosità del biografo!


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





Mamma Mazzini