Calato il sipario sulle disgraziate esperienze del '48-'49, rimessa ovunque la cappa di piombo della censura a soffocare le intemperanze degli intellettuali, le polizie provvedendo a rintuzzare per conto loro, energicamente, le pericolose tendenze della classe operaia, il solo Piemonte, s'è detto, raccolse in qualche modo l'eredità spirituale del biennio.
Il movimento di associazione operaia, intanto, fu incoraggiato, laddove non mostrasse di perseguire larvati scopi politici. Prima del '48 in tutto il regno non esistevano che 12 Società operaie di mutuo soccorso: nel '59 esse ammontavano a 134. Importante passo innanzi, queste Società principiarono fin dal 1851 ad allacciare rapporti fra di loro e a discutere la possibilità di una federazione.(113) Nel '53 si riunirono in Congresso e fu da allora in poi, anno per anno, una serie ininterrotta di Congressi (il 3° a Genova, 1855) sempre piú affollati, preziose occasioni per uno scambio d'idee tra i piú intelligenti operai e i democratici borghesi che dirigevano il movimento: né è a dirsi se e quanto le discussioni in merito a problemi del lavoro iniziate nei Congressi trovassero seguito ed eco nella stampa del tempo.(114)
Accanto alle Società operaie, le cooperative di consumo e di produzione; e in seno ad esse una marcata tendenza a esorbitare dai fini del mutuo soccorso per sfociare, da un verso, nella politica, dall'altro, nelle agitazioni economiche e negli scioperi.
Il movimento era piú intenso e turbolento a Genova, dove Pisacane risiedeva.
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