) suonan l'allarme contro il socialismo in progresso. Tesi pro e contro il socialismo si trovano svolte, e assai per disteso, nelle trattazioni d'economia d'uno Scialoia (che è un temperato socialista di stato), d'un Boccardo e d'innumeri altri minori (Trinchera, Rusconi, Meneghini). Un di costoro, il Giudice, si protesta antisocialista convinto, ma nel contempo svolge una critica a fondo della società capitalistica e rompe una lancia in pro d'una autoemancipazione operaia e contadina che si potrebbe sollecitare mercè la diffusione del mutuo soccorso. Né è a dirsi se di socialismo non fosse parola nelle troppe pubblicazioni pseudo storiche scritte a fini d'edificazione da penne clerico-reazionarie, tutte in cento modi diversi manipolanti il famoso ricatto del comunismo.
Ma quel che forse colpisce di piú chi rievochi le correnti di pensiero prevalenti allora in Piemonte si è il fatto che anche in moltissime pubblicazioni non attinenti alla questione sociale, venute alla luce dal '49 in poi, si trovano pagine e pagine dedicate ad essa come alla piú grave preoccupazione del giorno. Di Gioberti e del suo vivo interesse in materia è superfluo parlare(125); ma si vedano, a conferma, le opere di Macchi, De Boni, Tuvèri, Mancini(126); si leggano, negli Avvedimenti politici del reazionario Solaro della Margarita, i paragrafi dedicati alla sovranità del popolo, alle ineguaglianze sociali, i frequenti apocalittici accenni al socialismo e al comunismo; si veda, tra le Prediche domenicali raccolte in volume dal Bianchi Giovini, quella che tratta del comunismo; si riapra il noto libello di Perego e Lavelli sui Misteri repubblicani, che «nell'attuamento delle società operaie in Piemonte» saluta il «primo gradino al tempio del socialismo».
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