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      Perfino l'Enciclopedia popolare consacrava un benigno articolo alla voce Socialisti; perfino un militare, il Roselli, discorrendo della spedizione di Velletri si sentiva tratto a ragionare (o sragionare) sul socialismo; e nelle sue Lezioni di elettricità, o meglio nella prefazione a questo suo libro, il Matteucci, da buon liberale, trovava modo di dare addosso al socialismo.(127)
      Anche i poeti presero la rosolía; poeti come Dall'Ongaro (Libertà e lavoro); come Revere, come Curzio, che piange le ineguaglianze sociali e sogna un avvenire piú giusto; come il comunisteggiante Gojarani, che freme dinanzi allo sfruttamento che pochi privilegiati esercitano a danno della «miseranda schiatta»; poetucoli come il Mazzoldi (Il ricco ed il povero)(128).
      E come fioccavano le traduzioni in lingua italiana di opere straniere pro e contro il socialismo (ma piuttosto contro che pro)! Libri e pamphlets di Thiers, Blanc, Cortez, Schmit, per non citare, fra i tanti, che pochi nomi piú illustri.(129)
     
      Una conclusione, mi sembra, può trarsi da questo arido elenco di nomi, di dati, di libri: e cioè che, dedicandosi allo studio del problema sociale, Pisacane non ha fatto che cedere alla potente suggestione dell'ambiente in cui ha vissuto, sia questo inglese, svizzero o sardo. L'Europa tutta, in quegli anni, vive sotto l'incubo o nella speranza messianica di un imminente cataclisma sociale. Socialista, egli non sta dunque solo e sdegnoso, neanche in Italia, in mezzo a un mondo ignaro dei vizi della società borghese; al suo fianco, o per combattere la stessa battaglia o anche per figurar di combatterla, è anzi in Piemonte, e nella stessa Genova, una frazione non disprezzabile della classe colta, nativa o emigrata; contro di lui, contro di loro è quasi tutta la stampa, espressione dei ceti di governo, che con sproporzionati attacchi li aizza alla lotta; intorno a loro, incapace d'intendere le premesse dottrinarie del socialismo, ma già decisa a conquistare, con l'associazione, col risparmio, con le buone e con le cattive, un miglioramento del proprio tenore di vita, è una élite della classe operaia.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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