Sono essi che, ponendo come fine alla vita anziché il compimento d'una missione la bruta ricerca della felicità, che sospingendo l'operaio all'egoismo borghese, hanno tradito con la Francia il moto di rinnovamento europeo.
Manifesti e scritti se non in tutto equanimi, certo tra i piú ispirati commossi e impetuosi che Mazzini avesse mai dettato:(141) corsero in un baleno l'Europa, suscitando infiniti commenti, aspre risposte polemiche, goffe adesioni.(142) Rabbiosa, s'intende, la reazione dello stato maggior socialista esule a Londra contro l'antico compagno di lotta, rivelatosi in quel triste frangente — dicevano— strumento e complice delle vendette borghesi. Perfino Ledru-Rollin, suo braccio destro nel Comitato europeo, trovò inescusabile che Mazzini avesse atteso la tragica dispersione della democrazia francese per assalirla a quel modo. Tra i radicali italiani, grande emozione, battaglia accanita d'opinioni discordi: a Parigi i piú giurano che Mazzini è ammattito, a Torino, a Genova non si discorre d'altro; la madre del grande proscritto teme piú adesso per l'incolumità di suo figlio che non mai per l'innanzi! Quanto a Mazzini, egli soffre piuttosto per le interessate lodi di certa stampa che non pel cumulo d'ingiurie che gli piovon sul capo. Ha la coscienza tranquilla: amare sí le verità che ha detto, amarissimo il dirle, ma avrebbe mancato al suo dovere tacendo. Bisognava pure che i lavoratori d'Europa sapessero che mentre il tiranno francese legava la nazione per le mani e per i piedi, la democrazia socialista seguitava a cianciare di giustizia sociale e gli operai imperturbabili a occuparsi di questioni salariali: a tanto, al dispotismo cioè, conduceva senza fallo una dottrina che predicava l'indifferenza per le sorti della lotta politica.
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