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      Concorso a Oristano, in Sardegna, per l'ufficio d'ingegnere municipale; Pisacane lo vince, ma in Oristano non va: allontanarsi tanto in tempi calamitosi?
      Un posto d'addetto alle nuove costruzioni ferroviarie (erano in studio o in corso la Mondoví-Ceva, la Bra-Mondoví);(164) Pisacane lo accetta, si reca a Mondoví, ma è cosa che dura non piú di qualche settimana: non è egli, che diamine, uomo da stipendio mensile, né ha le attitudini dell'impiegato. Maiora premunt: c'è da fare nel Sud. E allora Enrichetta e Silvia son costrette a lasciare Albaro, a installarsi con lui proprio nel cuore di Genova; di nuovo s'ingolfano tutti nelle alterne grandezze e miserie (questa assoluta e quella assai relativa) che il mestiere d'insegnante privato conduce invariabilmente con sé.
     
      Ma in quel periodo di pace operosa che la nostalgia dell'azione e il conseguente riavvicinamento a Mazzini eran venuti a concludere cosí bruscamente, Pisacane non aveva soltanto riflettuto parecchio e letto una filza di libri e dettato quei quattro o cinque articoli. Il frutto piú cospicuo del suo lavoro era un voluminoso manoscritto che adesso egli riponeva nel suo cassetto, nella vana lusinga di condurlo a compimento un dí o l'altro. Era il manoscritto di quei Saggi storici-politici-militari sull'Italia che rappresentano il punto terminale della sua faticosa evoluzione teorica.
      L'opera gli si era venuta componendo pian piano e quasi insensibilmente, fuor dalla congerie di appunti e osservazioni che egli aveva tratto via via dalle sue letture.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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