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      Il genio può esser pericoloso.
      La mancata cooperazione di Garibaldi e dei suoi era un intoppo gravissimo, ma non poteva costituire per Mazzini una ragione sufficiente per abbandonare i suoi piani. Se Medici era «perduto», Pisacane, Pilo, Cosenz, Acerbi, uomini di eccezionale valore, erano tutti suoi. Contando su di essi, contando sui molti che subivano a Genova la loro influenza, contando sul Fabrizi di Malta, contando sui fondi che si sarebbero potuti, certo, racimolare all'estero, si poteva tranquillamente rispondere a Napoli: la spedizione, come voi la volete, verrà eseguita.(196)
      Ai primi di novembre Mazzini tornò in Inghilterra. Ma Pisacane continuava a sperare che all'ultimo Garibaldi si sarebbe unito a loro: il progetto panizziano, infatti, sconsigliato nell'agosto dal Temple in vista di una probabile amnistia politica e poi danneggiato dall'improvvisa morte di quel ministro avvenuta poco dopo, scivolava pian piano nel nulla. Parimenti nel nulla, all'incirca nel medesimo tempo, finiva un altro audace progetto, vagheggiato da emigrati meridionali (da Pisacane per piú ragioni mal visto), quello cioè di far sbarcare in Sicilia, per sollevarla, un contingente della Legione anglo-italiana, di stanza a Malta.(197)
      Pisacane tornava perciò all'assalto col vecchio amico Bertani:(198) perché opporsi al progetto Mazzini, gli scriveva il 24 settembre, progetto che rispondeva in tutto e per tutto alle richieste degli amici di Napoli, e alla cui esecuzione era condizionato lo scoppio della rivoluzione nelle Due Sicilie?


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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