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      Non sapeva Bertani che esso si sarebbe in ogni modo eseguito? Mazzini non faceva question di bandiera: arbitro «il paese che sollevasi»; né di persone, che anzi Pisacane era autorizzato a delegare a Bertani la scelta dei partecipanti alla spedizione. Quanto al comandante, nessun dubbio: «non potrà essere che Garibaldi».
      Che Bertani tenesse duro, non è meraviglia: la lettera, tra le altre cose, non accennava neanche al punto controverso delle insurrezioni di Genova e d'altri centri italiani.(199) Può stupire, piuttosto, l'improvviso accesso di garibaldinismo di Pisacane stesso. Tanto mutato, dunque, di fronte al suo antico e «riottoso» superiore di Roma contro il quale, non eran trascorsi che pochissimi anni, avea ritenuto suo preciso dovere scrivere e dire «tutta la verità»? Affatto mutato (e lo dimostra una nota nel IV dei Saggi); solo che Pisacane, il quale non aveva adesso altro pensiero che la spedizione e la sua migliore riuscita, non poteva non riconoscere, e sia pure con qualche amarezza, la straordinaria popolarità goduta da Garibaldi in ogni regione d'Italia;(200) non poteva non riconoscere di quanto sarebbero aumentate le probabilità di successo dell'impresa se ad essa fosse legato il suo nome ormai leggendario (leggendario nel Mezzogiorno proprio in virtú dell'episodio di Velletri, povero Pisacane!) Sacrificava perciò le sue personali opinioni e si poneva senza esitare in sottordine a Garibaldi; che si voleva di piú da lui?
      Era un esempio altissimo che Pisacane dava ai patrioti italiani: non avrebbe egli servito foss'anche il diavolo in persona se in cosí fare avesse potuto aumentare d'un ette le probabilità di successo della spedizione?


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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