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In quello stesso mese di dicembre, un altro colpo: lo scoppio della polveriera di Napoli; e il 4 di gennaio saltava in aria una fregata rigurgitante di truppe. Disgrazie? Pare di sí; ma tali non parvero, sul momento, né a palazzo reale, né al grosso della popolazione turbata, né ai residenti stranieri.(214) «L'allarme della corte — scriveva infatti al suo ammiraglio il comandante di una nave da guerra inglese stazionante a Napoli — è giunto all'estremo, e il re si è improvvisamente ritirato a Caserta»;(215) fioccano gli arresti, la polizia sembra impazzita. E il console inglese: «La paura e l'eccitamento generali sono grandissimi. Il terrore regna a Palazzo».
In febbraio, brutte notizie dalla Sicilia: conflitto verificatosi il 6 di quel mese tra la pubblica forza e un gruppo di rivoltosi latitanti della banda Bentivegna; processo e fucilazione (16 marzo) di Salvatore Spinuzza.(216) Le autorità siciliane vivevano sotto il terrore continuo di uno sbarco di fuorusciti!
A Napoli le truppe di terra e di mare venivano eccitate alla ribellione con manifestini incendiari inneggianti ad Agesilao Milano; altri proclami, che bollavano lo spergiuro del re nel '48, si trovavano affissi per le strade o venivan temerariamente lanciati nei pubblici ritrovi.(217)
Ed eran rivolte o attentati o manifestazioni che, nel mentre rendevan furente la polizia borbonica, si ripercuotevano in tutto il regno in ondate di commozione e di paura, e queste alla lor volta in una isterica attesa ahimè passiva di novità sempre piú gravi.
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