Pagina (248/502)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      ..»
      Invocato a chiarire il malinteso, interviene Fabrizi scrivendo a Mazzini perché non precipiti, a Fanelli perché abbandoni una buona volta l'idea di poter perfezionare a tutto suo agio i preparativi, necessariamente febbrili, di un'insurrezione.
      Pisacane è piú esplicito: «Voi... pensate costituirvi promotori di rivoluzione, e fate dipendere dalla vostra personale cooperazione il risultamento buono o tristo... Mazzini ed io siamo convinti che rivoluzione è nel cuore..., e vogliamo mandare ad effetto una congiura ristretta, rapida... Vista la cosa sotto questo lato, importa sommamente non far precedere il fatto d'armi da nulla che possa dar sospetti al governo...» E poi, appassionatamente: «amico caro, unito a voi ho cercato a far rivolgere Mazzini verso il Sud;(229) ho superato tutte le difficoltà prevedibili prima, ho offerto me stesso, vi ho scritto le mie ragioni e le cose che mi sono indispensabili, le quali non richiedono tempo lungo; se poi si rimanda alle calende greche... comincio a vederci nero; tali cose, quando si spandono troppo, si prolungano... finiscono per abortire, spero che rimarrò bugiardo».
      Per non restar bugiardo e per tagliar corto ai fanelliani tentennamenti, s'induce, se mai, ad affrettare ancora: e il 5 d'aprile ecco una lettera al malcapitato suo corrispondente, per informarlo che la spedizione si farà, senz'altro, alla fine del mese; si accetteranno da lui osservazioni e consigli sul modo, non una parola sul tempo. «Noi non pretendiamo da voi l'assicurazione che tutti insorgano, tutt'altro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





Fabrizi Mazzini Fanelli Mazzini Sud