Il giorno 12 Mazzini si abbocca con Pisacane; poi, quasi tutte le notti, sono convegni segreti e di decisiva importanza. Pochi giorni dopo, ecco a Genova Jessie White, mazziniana esaltata, ben nota per una serie di clamorose conferenze sull'Italia tenute in Inghilterra, venuta adesso in Italia per assicurare al Daily News, nell'imminenza dei moti insurrezionali, corrispondenze tali da guadagnare ad essi la simpatia del pubblico inglese.(254) L'arrivo di questa rumorosa e imprudente reporter (imprudente al punto da discorrere a voce spiegata di quel che sta per succedere, in una stanza d'albergo, a Torino)(255) è particolarmente importante in quanto è proprio per mezzo di lei che gli organizzatori della spedizione fanno un ultimo tentativo per ottenere la cooperazione di Garibaldi. Già nel febbraio di quell'anno, a ripetute pressioni della White in proposito, il generale ha risposto: «Se io fossi sicuro d'esser seguito da un numero ragguardevole presentandomi con una bandiera sulla scena d'azione del mio paese e soltanto con piccola probabilità di successo — dubitereste voi ch'io mi lancerei con gioia febbrile al conseguimento di quell'idea di tutta la vita, abbenché mi si presentasse, per compenso, il martirio piú atroce?... Se non mi lancio a capitanare un movimento — è perché non vedo probabilità di riuscita... non dirò agl'Italiani — Sorgete! per far ridere la canaglia...»(256) La White non si dà per vinta. Agli ultimi di maggio combina un ritrovo a Torino fra Garibaldi e Pisacane, presenti lei medesima e Nicotera, allora giovane di studio del Mancini.
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