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      L'essenziale è di agire, di scuotere: scagliare il sasso nella morta gora. La catena di scioperi parziali, per sfortunati che siano, condurrà poi fatalmente al grande sciopero ultimo, alla liberazione integrale cioè delle masse asservite.
      «Giunti al luogo dello sbarco per me è la vittoria». Non sembra adesso che questa espressione, scambiata sin qui per una volata romantica assai poco in accordo coi precedenti di Pisacane, acquisti un significato positivo e preciso? E che la sfida di lui morituro all'«ignobile volgo» perda quel carattere di odiosa sprezzante superiorità da un verso, di desolata disperazione dall'altro, che a tutta prima ci aveva colpiti, leggendo il Testamento politico?
      Ma sia che si voglia interpretare quel documento come sintesi superficiale e affrettata d'un pensiero ormai tarato dalle contradizioni, sia che si voglia considerarlo, come a me pare piú giusto, quale espressione d'una cosciente crisi interiore in pieno sviluppo, certo è che mai un testamento — sinonimo di volontà estrema, chiara e sicura — dette al lettore, meno di questo pisacaniano, il senso consolante di una pace raggiunta e d'una verità, sia pure parziale, nella quale lo spirito abbia trovato la quiete.(289)
     
      Lo stesso 24 di giugno, mentre il pensoso Pisacane dà in questo modo il suo addio alle lotte della vita, Falcone — ventitre anni — si congeda dagli amici con una breve lettera di commovente semplicità: diano essi il suo ritratto alla madre e dicano ai suoi fratelli «nel caso che non debba piú rivederli.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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