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      .. essere mio desiderio che imitassero il mio esempio. Ei sono dotati di un'indole energica, e volendo son sicuro che faranno ciò che forse non potrò fare io medesimo». Nient'altro: solo le scuse per essere partito senza dare all'amico Sprovieri «l'ultimo addio!»(290)
      Cuore saldo, questi giovani. «I vostri operai inglesi — disse alla White uno dei due Poggi,(291) marinaio, imbarcandosi sul Cagliari — vedranno che i loro fratelli italiani sanno conquistare la loro libertà, o morire per essa». Dodici giorni innanzi, questi umili seguaci di Pisacane(292) (non tutti, ché alcuni di essi vennero prescelti o si offersero nei giorni successivi), avevano firmato una commovente bellissima dichiarazione Ai fratelli d'Italia; chi la dettò?(293) Non monta; essi la sottoscrissero e, consegnandola a persona di fiducia, espressero il desiderio che «quando che sia» venisse data alle stampe «perché il nostro popolo non disconosca i motivi che determinano la nostra accettazione». «Noi partiamo. Partiamo, non allettati da... speranze di guadagno e di gloria,... non costretti da invasione straniera o da crudele tirannide domestica... Cittadini di uno Stato comparativamente sicuro in Italia... tuttavia non ci sentivamo liberi e felici. Dal Nord e dal Sud ci giungeva il pianto e il fremito di genti schiave e martirizzate!... La coscienza ci dice: fino a tanto che 20 milioni d'italiani sono schiavi, non abbiamo diritto di essere liberi se non a patto di consacrare la vita all'emancipazione di tutti. La piccola patria di Genova e di Piemonte non ci basta piú... E perciò partiamo.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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