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      .. Siamo ben pochi a tentare la prova, perché chi governa non ama l'Italia, e avversa chi s'adopra a liberarla... Noi, da un governo egoista e codardo siamo costretti a involarci fra le tenebre a guisa di contrabbandieri... La prova è difficile; il nemico che intendiamo assalire è forte...: la provincia, in cui speriamo piantare la bandiera Italiana, è abitata da gente buona ma ignorante, a cui forse si farà credere essere noi masnadieri o pirati scesi al saccheggio. Forse ci toccherà d'essere accolti, come il drappello dei Bandiera, quali nemici dei nostri fratelli. E sia pure! Poveri popolani, non abbiamo se non la vita da dare all'Italia, e di gran cuore l'offriamo... Se l'impresa riesce, secondateci, fratelli di Genova... Trasformate lo Stato Sardo in provincia italiana... Se cadiamo, non ci piangete... Se non ci è dato piú vedere le nostre Riviere bagnate dal mare, date una carezza d'affetto agli orfani bambini che lasciamo tra voi: educateli nella religione della Patria: raccogliete la bandiera che, nel morire, ci sarà sfuggita di mano; e se — libera l'Italia dalle Alpi al mare — vi sovverrà dei morti fratelli, ergete allora — non prima — a coloro che per la Patria hanno incontrato la morte, una tomba. Una tomba, in terra libera e per mani libere, consolerà le anime nostre. Viva l'Italia
      La dichiarazione, si noti, fu scritta il giorno dodici: per tredici giorni dunque quei poveri popolani seppero tenere il tremendo segreto, pur vivendo la tumultuosa vita della grande città, fra tentazioni d'ogni sorta.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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