(295) — «Tu ami tuo fratello come un tuo padre, e siete nemici di partito, e... fate la guerra tra voi. Se vince il tuo partito, è in pericolo la vita di tuo fratello; se la tua causa perde, ecco gli amici politici di tuo fratello faranno il possibile per darti in mano della polizia e fucilarti. E tu chiami questa una guerra santa? Oh, è un'infamia!...» Ma Pilo tien duro, riparte. E il 25 la povera donna gli scrive (chi sa dove!): «Io cerco di stare ridente per tema sempre che un mio sospiro possa comprometterti... lo crederesti? alla notte non dormo per tema di parlare nell'agitazione, nella quale mi trovo, e tradire in sogno il tuo segreto».(296)
Nicotera, che aveva nettissimo il presentimento di non piú tornare, s'era fidanzato, a Torino, con Gaetanina Poerio, figlia di Raffaele. Altra creatura fragile e innamorata, che la bufera schiantava. Sposatasi nel '60, essa diventò poi «donna politica» e divise gli ideali e i cospicui onori toccati al marito. Ma allora! Nel '59 — mentr'egli scontava in galera l'audacia — Gaetanina, rievocando il '57, freddamente scriveva a Pilo: «La parte profonda, che naturalmente io doveva prendere negli avvenimenti, in cui Giovanni era involto, fece sí ch'io fui messa a parte di molte cose... alle quali ero perfettamente estranea sia per convinzione, sia per altri riguardi. Non partecipo alle speranze ed alle opinioni di Giovanni... perché giudicando freddamente le cose veggo che sono impossibili a realizzarsi e che sono propugnate da pochi...»(297)
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