Tipica a questo proposito la deposizione del relegato Signorelli Rocco: «Sí il cosiddetto generale che gli altri... faceano intendere nell'esortare la massa che ben altri 18 vapori sparsi nel mare conteneano lor compagni, e che tutti doveano vedersi al Pizzo..., che eran protetti dal Turco e dallo Inglese».(325) Dove si vede come certe speranze, invero assai problematiche, nutrite dai capi si fossero trasformate, nella fantasia di ignoranti seguaci, in dati di fatto accertati.
Il programma della spedizione preventivava una sosta a Ponza di non piú che otto ore, per poi, se necessario, far tappa a Ventotene. Nel fatto, un po' per la gran confusione, un po' per la necessità di rifornire di combustibile il Cagliari, l'intera giornata del 27 di giugno trascorse prima che si fosse pronti alla partenza. A Ventotene si dové rinunciare.(326) Ritardato sull'ultimo da un disgraziato incidente, il vapore non levò l'àncora che a mezzanotte circa. Danèri stava infatti per ordinare l'avanti,(327) quando — nell'oscurità — fu intravveduta una barca che a gran forza di remi si allontanava dal porto. Non era un momento, quello, propizio alla pesca: sospetta, dunque, la barca. Dal Cagliari si cala all'inseguimento una lancia; ma mentre Nicotera, con altri, fa per prendervi imbarco, nell'orgasmo e nel buio, precipita in acqua. Lo tiran su vivo per puro miracolo. Nell'incidente si perde del tempo, e intanto la barca si è perduta di vista: prudenza vuole che il Cagliari, ormai già tanto in ritardo sull'orario previsto, non si trattenga piú oltre nelle acque di Ponza; e dunque, partenza direttamente per Sapri.
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