Chi sa. Può anche darsi che, fuor d'ogni considerazione morale, egli abbia intuito il partito che nella imminente lotta antiborbonica è possibile trarre dalla disperata volontà di difesa di un'accolta di evasi dal carcere. Ma, posti i suoi precedenti di lottatore politico e di riformatore sociale, è assai piú probabile che lo lusinghi davvero la speranza di riuscire ad appassionare costoro, sí bramosi di libertà per se stessi, all'impresa di liberazione di tutto un popolo, alla conquista di ordini liberi.
Di pochi giorni innanzi è il suo dichiarato disprezzo per l'ignobile volgo; ma ora, al cospetto di quel volgo nel volgo, di quella povera scoria d'umanità, diresti che uno slancio nuovo di fraternità lo pervada. Il moralista riaffiora, e quasi sembra che si compiaccia della prospettiva paradossale che gli si para dinanzi: lanciare cioè due o trecento amorali al rovesciamento di un regime dichiarato decaduto in quanto immorale. Gesto sublime, e ingenuo fino al ridicolo; da moralista appunto, che si diparte dalla premessa esser la colpa, nell'uomo, un portato dell'iniqua costituzione sociale, e perciò, nella maggior parte dei casi, non addebitabile al singolo che la commette.
La spedizione di Sapri, concepita come sfida a un regime politico, acquista in tal modo un ben piú vasto significato di sfida deliberata contro la società in generale. La morte del suo protagonista, tra quei galeotti terrorizzati e fuggenti, assurgerà ad una incomparabile donchisciottesca grandiosità da epopea.
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Sapri
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