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      Seguķ, s'intende, un'abbondante distribuzione di ricompense, promozioni e onorificenze. Ma non tutti rimasero contenti; tra gli altri il molto reverendo don Domenico Castelli, arciprete di Sanza, il quale si rammaricņ col direttore di polizia che, mentre la «gloria» del massacro risaliva unicamente a lui e ai suoi parrocchiani, altri se la fosse attribuita e ne avesse ritratto vantaggi: sķ che nessuno aveva pensato a rimeritare i suoi «poveri figliani, che eransi esposti al pericolo della vita... mentre ebbero molti colpi di archibugi; e per miracolo della Vergine di Loreto loro tutelatrice e protettrice non furono colpiti... Ed essi loro dopo tanti sforzi e pericoli, posti in non cale, sono rimasti dispiacentissimi, e molti avveliti!»(356)
     
      Mentre la diplomazia e la stampa napoletana menavano gran vanto del tentativo abortito, inferendone la provata soliditą del regime;(357) mentre la polizia borbonica incrudeliva contro i sospetti complici della spedizione, e a Salerno s'istruiva il mastodontico processo contro i superstiti; mentre Fanelli (miracolosamente sfuggito alle ricerche) e i «rivoluzionari» di provincia si palleggiavano accuse e recriminazioni; mentre i «costituzionali» napoletani declinavano pubblicamente ogni loro responsabilitą nella sciagurata impresa; negli ergastoli, nelle isole di relegazione, dove tante fiorenti energie si consumavano invano, calava ancora una volta, piś tetra, l'ombra della delusione. Sarebbero dunque tutti morti lą dentro senza veder la fine di quell'iniquo regime e riacquistare la libertą perduta?


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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