Mazzini sfuggito alle rabbiose ricerche condotte in tutt'Italia;(360) arresti a migliaia in Piemonte e in Toscana, espulsioni numerosissime, processi. Ecco — oltre ai morti e ai feriti di Livorno — il triste bilancio della doppia avventura.
La notizia del disastro di Sanza giunse a Genova con grande ritardo.(361) Fino all'ultimo si era sperato nel successo e quasi tutti i giornali — compresi quelli che avevano stigmatizzato con roventi espressioni i tentativi di Genova e Livorno — avevano diffuso in proposito notizie ottimistiche, commentandole in tono di ostentata simpatia: intere provincie in rivolta nelle Due Sicilie, le truppe borboniche unitesi agli insorti, clamorose dimostrazioni a Napoli. L'8 di luglio, quando pure già tutti conoscevano la verità tristissima, l'Italia del Popolo insinuava che le notizie del disastro fossero state diffuse da Napoli «per ispaventare gli animi nostri e fare esaltare quelli dei realisti».
La disgraziata Enrichetta aveva trascorso quei giorni in una inesprimibile angoscia; solo di tanto in tanto l'impenitente ottimismo di Jessie White era riuscito a sommergere sotto ondate esaltatrici di speranza e di fierezza i suoi tristi presagi. In giornata del 29 le avevano comunicato il telegramma da Napoli; poi era stato l'eccitamento effimero del moto genovese, lo stordimento per la sua rapida fine, l'ansia per gli arresti e le fughe. Il 2 di luglio l'amico De Lieto aveva potuto comunicarle i primi particolari sul «felice» sbarco della spedizione a Sapri.
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