(12) A. CONSIGLIO pubblica adesso (Italia letteraria, 26 giugno 1932) una lettera di P. a Giuseppe Ricciardi, da Parigi, 31 maggio 1847. Al R., che lo aveva scongiurato di lasciar ritornare la sua donna a Napoli, P. rispondeva presso a poco negli stessi termini usati nella lettera di addio ai familiari, aggiungendo per altro che Enrichetta sarebbe forse tornata ai suoi bambini solo nel caso, giudicato improbabile, che il Lazzari avesse consentito a una separazione legale. Da questa lettera si apprende che il Lazzari era cugino di P.; e che tra le conoscenze parigine di P. è da annoverarsi l'esule bolognese F. Canuti.
(13) Il biglietto di Rossetti a Pepe (datato 13 aprile 1847) in CARRANO, Vita di Pepe, 317-318. Rossetti, a dir vero, presentava Dumont, non P.; ma P. stesso dava piú tardi la chiave dell'enigma in una lettera, sin qui inedita, al Cosenz, che in questo vol. si pubblica.
Altra conoscenza quasi sicura di P. a Parigi: C. A. Vecchi, di poi serbatosi sempre suo amico, che era allora una delle personalità piú cospicue dell'emigrazione italiana a Parigi.
(14) VENOSTA, op. cit., 28, assicura che l'episodio Bandiera commosse profondamente P. Sembra inoltre probabile che, se non altro, P. nel 1845 si fosse interessato del VII Congresso degli Scienziati, tenutosi a Napoli, cui, in rappresentanza dell'esercito borbonico, aveva partecipato il suo amico e collega Mezzacapo (PESCI, 7). Ma non è forse significativo che, nelle denunzie e nei rapporti fioccati a carico di P., non si facesse mai il minimo cenno di lui come di un oppositore politico?
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