(85) Gran parte del merito della politica liberale seguita dal Piemonte nei confronti degli emigrati risale certo al Cavour (si veda a conferma TORELLI, Ricordi politici, 245 sg.). Di Dabormida, Ministro degli Esteri nel '53, si ricorda questa bella risposta data al Ministro sardo a Firenze, che si era fatto eco delle lagnanze toscane per l'ospitalità concessa a fuorusciti toscani (26 ott. 1853): Se «il Governo del Re... richiede dagli esuli, ai quali... concede l'ospitalità, che non trascendano ad atti di natura a turbare la interna tranquillità del Regno, né quella degli Stati vicini, esso non può penetrare nelle loro coscienze e chiamare loro conto dei loro sentimenti: e gli è impossibile soffocare negli animi degli emigrati il desiderio della patria e quindi le aspirazioni verso mutamenti che loro ne aprano le porte» (ROSI, Il Risorgimento italiano e l'azione di un patriota, Torino, 1906, 125).
(86) L'atto di costituzione dell'Associazione nazionale era stato firmato anche da P. (Mazzini alla Hawkes, 12 aprile 1850).
(87) Il Medici era allora, si sa, tra i piú devoti amici di Mazzini; poi le cose mutarono alquanto.
Alle relazioni con elementi militari della guarnigione di Genova Mazzini teneva moltissimo. Si vedan sue lettere ad Accini, 12 e 15 aprile 1850, a Remorino, 23 aprile 1850.
(88) Sulla maturità rivoluzionaria della Sicilia in questo periodo, o piuttosto sull'inguaribile disgusto dei Siciliani pel giogo napoletano, che avrebbero scosso in cambio di qualunque altra dominazione, cfr. il carteggio di Mazzini e Crispi, dicembre 1850, in S.E.I., XLV, 100. Per le offerte di Mazzini a Garibaldi perché capitanasse un moto in Sicilia, ivi, XLVII, 88 (ott.
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