1851).
(89) La grande maggioranza dei giornali liberali piemontesi parlarono favorevolmente del prestito mazziniano. L'effetto morale raggiunto dal successo del prestito fu immenso, anche fuori d'Italia. In un rapporto di polizia diretto allo Home Office, Londra, 14 agosto 1852, trovo precisato che ad esso sarebbero state sottoscritte oltre 20.000 lire sterline! (Rec. Office, H. O., O. S., 4302).
(90) Gli emigrati si riunivano allora preferibilmente in associazioni regionali. Contro di esse tuonava Mazzini (a Remorino, 2 nov. 1850), parendogli che esse offendessero il principio dell'unità italiana che bisognava «cominciare a preparare in ogni luogo».
Tutti questi amici di P. s'ingegnavano, per campare la vita, nei modi piú svariati. Boldoni dava lezioni di matematica, Cenni faceva il legatore di libri, Sacchi l'assistente ai lavori, Gorini stava a bottega (CADOLINI).
A Genova si stabilí piú tardi anche il Guerrazzi; ma tra lui e P. non corsero evidentemente cordiali rapporti. Il G. bollò di debolezza P. nel suo Assedio di Roma (920-21, 1029, 1032); P. definí il G. (nella sua Guerra comb., 169) «uomo dubbio ed ambizioso». Passò a Genova parecchio tempo anche il Cironi, che senza dubbio fu in rapporti diretti con P.; e forse se ne trova notizia nel Diario ms. che il Cironi tenne in questi anni e che a me non è stato possibile di consultare (il Diario, depositato nella Nazionale di Firenze, è da piú anni infatti a disposizione della Commissione Editrice degli Scritti di Mazzini, in Roma). — Quanto al Bertani, P. lo aveva molto probabilmente conosciuto a Roma, durante l'assedio; e lo aveva riveduto in Isvizzera, ché il B. era intimo di Cattaneo.
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