(101) Anche David Levi, rievocando molti anni piś tardi su La Nuova Antologia (s. IV, vol. 69, 433) Le prime fasi del socialismo in Italia, scriveva: «Si sentiva il bisogno di infervorate le masse alla causa nazionale...; non bastava a tale intento il principio politico, conveniva creare un interesse che corrispondesse ai loro bisogni materiali..., unire alla politica la questione sociale».
Capitolo VII
(102) Sulla diffusione delle idee socialiste in Italia nel '47-49 si vedano, oltre le op. cit. in appendice, SALVEMINI, Mazzini, Roma, 1920, MONTI, L'idea federalistica nel Risorg. Italiano, Bari, 1922, BACHI, Una pag. di storia del lavoro in Liguria, estr. dal vol. commemor. in onore di G. Prato, Torino, s. d., GORI, Gli albori del socialismo, Firenze, 1909, TIVARONI, Storia critica del Risorgimento, vol. VI, LEVI D., Ausonia, vita d'azione, Torino, 1882.
(103) Accenni a socialismo, del resto, si hanno in Italia anche negli anni precedenti al '47. Importanti e sintomatiche anche se di dubbia autenticitą, ad es., le Istruzioni inviate nell'ottobre del 1846 dai «capi socialisti Italiani» residenti in Francia ai loro emissari nella Penisola; cfr. MARTINETTI, Des affaires de l'Italie et de l'avenir probable de l'Europe. Paris, 1849.
Sulla diffusione del socialismo, le paure borghesi ecc., in quel periodo, si veda la felice prefazione di BARBAGALLO alla cit. Op. di ANDRIANI.
Prima del '48, attesta il LEVI (Ausonia, 51), «era delitto... parlare di associazioni d'operai, di societą cooperative, di previdenza sociale.
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