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      Era massima consacrata dal Governo e dalla Chiesa, essere la povertà necessaria per suscitare le opere di carità, essere inoltre la miseria del popolo, l'ignoranza delle plebi... sagacia di governo e mezzo politico per dominarle». E del resto, anche dopo il '49, non pretendeva un tal BROGGIA in un suo Trattato de' tributi di dimostrare la convenienza sociale della miseria delle classi agricole?
      Quanto al significato che alla espressione «socialismo» molti davano allora, cfr. il discorso del Ministro dell'Interno piemontese, alla Camera, 14 maggio 1850, in risposta al Brofferio, che aveva proposta la vendita delle proprietà ecclesiastiche. «Queste misure, lo dichiaro, non le accetterò mai, perché non ho fede nelle massime socialiste, e credo socialismo lo spogliare altrui delle sue proprietà». Sull'incerto, equivoco significato di socialismo scriveva assennatamente La Concordia, Torino, 22 marzo 1850; cfr. anche TORRE, op. cit., II, 240-242. — In verità, come bene mise in rilievo LABRIOLA nel suo Socialismo contemporaneo, 121 — «la parola comunista è servita a qualificare il socialismo dei proletari sin verso il 1870»; per socialisti s'intendevano il piú delle volte i democratici filo-operai, ma estranei al movimento operaio, i quali «cercavano aiuti presso le classi colte».
      (104) Che l'Austria, o piuttosto suoi zelanti agenti bandissero nel '46-47 dottrine socialistoidi in Italia (e segnatamente in Toscana e in Piemonte) è ormai sicuramente provato. La corrispondenza dei diplomatici inglesi, ad es., ne è piena.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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