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      Cfr. anche BIANCHI, Vicende del mazzinianismo, Savona, 1854, 380-382; CAPPONI, Epistolario, II, 278-285; LINAKER, in La Toscana alla fine del Granducato, Firenze, 1909, 201-203.
      (105) La lettera di Marx in La Critica sociale, Milano, 1897, 239.
      (106) I contadini invasero, per dividerselo, il bosco di Lagopesole (Rionero); a Teramo i proprietari si strinsero in una sorta di sindacato anticomunista. A Olevano (Salerno) si predicava apertamente la divisione dei beni.
      Una tal quale propaganda socialista fecero perfino, a Civitavecchia, le truppe d'occupazione francese nel '49! (Mazzini alla Sand, 8 agosto 1849).
      (107) Capponi e Giusti si attendevano a sorprese comuniste m Livorno. — Sul socialismo in Toscana v. anche GENNARELLI, Atti e documenti, ecc., Firenze, 1863, p. III-IX.
      (108) CANTÚ (Cronistoria, II, 2) alludendo al '48 scriveva: «Erano cominciate le lunghe processioni al grido pane e lavoro, scioperi, macchine rotte, cotoni bruciati».
      (109) Lo stesso Operaio, di Milano, 19 giugno 1848, in certi suoi Consigli agli operai, scriveva: «Č dunque ormai tempo di togliere questo avanzo delle tiranniche leggi del medioevo, che prescrive al popolo di passare un'intiera giornata lavorando per guadagnarsi un tozzo di pane; al ricco di dormire i suoi sonni... Uguaglianza! Tu, o ricco, vuoi del pane? lavora!»
      (110) Sul contegno dei contadini lombardi nel '48-49 cfr. su L'Italia del Popolo, di Lugano, un notevole articolo (dic. '49 - genn. '50) «... Come si avrebbe coraggio di fare rimprovero ad essi se.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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