Di lui cfr. specialmente Il legato di un proscritto, 1854; Una visita, 1856; La terra promessa, 1857.
Anche il Mercantini, stabilito a Genova dal 1854, toccava argomenti sociali nelle sue poesie. Si veda ad es. la sua Canzone del mendico, 1842.
(129) Ai tempi di P., scrive ORANO, I patriarchi del socialismo, 135, «gli scritti di Proudhon, di Leroux, di Blanc avevano, a malgrado della censura feroce, una diffusione sufficiente ad una cultura discreta del... pensiero socialista».
Cfr. nell'Appendice bibliografica l'elenco delle opere cui in questo capitolo si è accennato. Il lettore avrà notato che esse son tutte ed esclusivamente stampate in Piemonte. Una bibliografia del genere estesa all'Italia tutta richiederebbe moltissimo spazio.
(130) Non era dunque troppo esatto il Ferrari quando (a Cattaneo, sett. 1850, in MONTI, 90) scriveva: «in Italia il socialismo è sconosciuto, calunniato, sfigurato». Piú nel vero P. (Saggi, III, 53): «non tutti sono socialisti, ma tutti; comeché professando dottrine opposte al socialismo, si compiacciono dirsi tali... il socialismo riguardasi ancora dottrina e tutti cercano farne pompa senza comprenderlo o approvarlo».
Capitolo VIII
(131) Cosenz era assai stimolato da Mazzini che, in una lettera alla Hawkes, 2 dic. 1850, lo aveva definito «un repubblicano perfetto ed alieno da quello spirito intrigante ed ambizioso di quasi tutti i militari».
(132) Sulla inopportunità che il movimento rivoluzionario repubblicano avesse ad esser diretto da fuorusciti scrisse ripetutamente anche il Medici (CADOLINI, Memorie, 240). ORSINI piú tardi ripeté nelle sue Memorie le stesse osservazioni (p. 135-136 dell'ed.
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