(140) Le idee sociali di Mazzini eran già perfettamente e definitivamente chiarite nel 1840. Fino da allora egli propugnava per l'Italia una rivoluzione che fosse insieme politica e sociale, affermando che dai moti puramente politici il popolo faceva bene a tenersi lontano, perché non ne ricavava se non delusioni. – Già il 21 novembre 1855, scrivendo a Remorino dell'Italia e Popolo, Mazzini gli raccomandava di non accomunar mai, negli elogi, repubblicani e socialisti sistematici; e precisava: «noi... apparteniamo al socialismo tendenza,... mentr'essi vogliono impiantare e organizzare l'associazione per decreto, noi la vogliamo aiutar volontaria».
(141) Tra gli scritti antisocialisti di Mazzini di questo periodo si veda anche il Discorso agli amici d'Italia, febbraio '52.
(142) Scriveva Macchi a Cattaneo, 13 maggio '52: «Anche ai piú fervidi apostoli di Mazzini spiacquero oltremodo le superbe accuse da lui mosse ultimamente ai socialisti francesi». — Mordini scriveva da Nizza, nell'aprile, che da quegli attacchi si sentivan colpiti anche i democratici italiani per la maggioranza dei quali «rivoluzione e socialismo erano diventati una sola identica cosa» (ROSI).
La prima risposta pubblica a Mazzini fu quella del Consiglio democratico francese-spagnuolo-italiano, rivendicante la nobiltà del socialismo federalista. Tra i redattori della risposta figura il Montanelli; notevole che essa venisse elogiata dal giornale Il Progresso, di Torino (S.E.I. di MAZZINI, XLVI, p. XCVII sg.). La risposta di Blanc, Cabet ecc. ai Doveri della democrazia può leggersi in (S.E.I., XLVI, p. XLVIII sg.
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