).
HERZEN, nelle sue Memorie (III, 112) scrive che Mazzini il quale «era stato socialista nei giorni precedenti al socialismo, divenne il suo nemico non appena questo da generica tendenza si tramutò in una nuova forza rivoluzionaria», perché non gli sapeva perdonare di essere stato formulato fuori del suo Circolo e della sua influenza!
Bertani, nel '53, pensava di costituire un nuovo partito repubblicano assolutamente indispensabile da Mazzini! (S.E.I., XLIX, 259).
(143) Il passo di Mazzini su P. in lettera a Fabrizi, 4 ottobre 1854.
(144) Sull'attività antimazziniana di Ferrari, v. MONTI, Un dramma, 102, 121. — Contro gli eccessi antimazziniani di Ferrari nobilmente protestava il Macchi (a Cattaneo, 27 maggio 1852).
(145) Le osservazioni di P. sul libro di Ferrari in un'appendice della Guerra comb. Su questo punto P. non faceva del resto che ricalcare le orme di Mazzini, che al Ferrari aveva eloquentemente rimproverato piú volte tal concezione.
(146) Il 24 gennaio '51 — sull'album di Pateras, cit. — P. scriveva: «La nostra cara patria spezzerà le sue catene quando al culto dell'individuo succederà il culto delle idee. Quando ogni Cesare troverà il suo Bruto».
(147) Sull'Accademia di filosofia cfr. COLLETTI, 173; MAZZIOTTI, 318.
Gran camminatore, P. amava anche le passeggiate in aperta campagna. A Dall'Ongaro, 30 ott. '51, scriveva ad es. di essersi «esercitato a girare tutte le posizioni ove Massena diede tanti combattimenti».
(148) Sul Franchi e la sua Filosofia, COLLETTI, 104.
(149) Sulle associazioni fra emigrati politici in Piemonte in questo periodo cfr. l'articolo del POGGI, l'op. cit. di LOERO, e inoltre MAZZINI, S.E.I., XLII, 210, 237. — È LOERO, 35, che afferma non aver potuto P. appartenere alla Solidarietà per ragioni economiche.
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