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      Bisogna tener presente che i Ricordi furon vergati da Mazzini nel '58, quando egli aveva ancora delle buone ragioni per non parlare del suo viaggio in Italia del '56.
      Il soggiorno di Mazzini a Genova si prolungò da giugno a novembre 1856. Come sfuggí alle ricerche della polizia? Questa sapeva benissimo dove il temuto cospiratore si trovasse (Pilo a Fabrizi, 29 luglio: «Il Governo ha saputo l'esistenza di Pippo in questa, e lo ha ricercato, ma non è riuscito né riuscirà a sapere dove si trova domiciliato»; Mazzini allo stesso, 16 settembre: «Il Governo sa benissimo ch'io son nello Stato. E non me ne importa»). Sta bene che Mazzini rimaneva solo e celato tutto il giorno, ricevendo gli amici o recandosi a colloqui soltanto di notte; sta bene che egli mutava frequentemente d'alloggio. Ma bisogna per forza ammettere che le ricerche della polizia non fossero troppo zelanti (non vide egli perfino la sua sorella?)!
      Nel settembre '56 Emilia Hawkes fu a Genova per qualche giorno; vide naturalmente Mazzini, vide molto i Pisacane con i quali rinsaldò l'antica amicizia (MAZZINI, S.E.I., LVII, 79, 103).
      (194) Lo stato d'animo di Garibaldi verso Mazzini in quel periodo ci è chiarito dall'atteggiamento dei suoi piú fidi. Medici a Garibaldi, 26 sett.: «Come vedi siamo alla vigilia di vedere altra pazzia mazziniana, la quale, riesca o no, finirà come le altre in modo ridicolo... Quell'uomo rovina ogni cosa». Iddio ci liberi da quelle «piattole» dei mazziniani, esclamava Pallavicino il 4 ottobre.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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