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      Il governo, di conseguenza, sorvegliava accuratamente l'intera costiera sudoccidentale». E il Console inglese a Palermo (a Clarendon, 24 gennaio): il governo ha messo in guardia le autorità locali contro un temuto sbarco di fuorusciti da Genova e da Malta «sotto la vantata protezione di una forza straniera». (Record Off., F. O., 70 , 291. 292).
      (218) Il governo borbonico — era logica difesa — s'appigliava alla dimostrata futilità degli isolati tentativi rivoluzionari per magnificare, in una circolare diretta ai suoi rappresentanti all'estero (27 dicembre), la fondamentale tranquillità dello Stato e l'attaccamento della popolazione alla dinastia regnante.
      (219) L'opera del DE MONTE, non sempre esattissima e comunque incompleta, va integrata con gli scritti cit. di PALAMENGHI CRISPI.
      (220) La corrispondenza settaria si svolgeva, oltreché con la complicità dei consolati inglesi, con l'aiuto di camerieri di bordo dei vapori Genova-Napoli. Il sistema piú usato per celare le lettere era quello di cacciarle tra la fodera e la sottofodera di certe spazzole, delle quali ci si serviva anche per scambiare la corrispondenza in provincia (Resoconto, cit., 74; Fanelli a P., 29 maggio '57). Né solo a trasmettere lettere si prestavano questi camerieri, né essi appartenevano solo a linee italiane. Difendendosi infatti dall'accusa, insinuata dalla polizia napoletana, che il Malacca avesse introdotto a Napoli armi e munizioni, il suo comandante scriveva all'ammiraglio Stopford, da Palermo, 5 marzo '57: «Il facente funzione di Console inglese a Napoli mi ha informato.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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