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      Genova e Livorno, si sa; ma anche si ricevevan grandi promesse dalla Sicilia e dalla Toscana (Lunigiana segnatamente).
      (227) P. ordinava a Fanelli di trovarsi a Sapri; ma Fabrizi lo consigliò invece di trattenersi fino all'ultimo a Napoli: chi altri che lui avrebbe potuto infiammare la popolazione napoletana quando fosse giunta notizia dell'avvenuto sbarco? (a F., 15 aprile).
      (228) Lo stesso 2 d'aprile Fanelli si sfoga in termini ancora piú pietosi col Fabrizi.
      (229) Ancora nel gennaio '57 Mazzini nutriva dei dubbi sulla possibilità e l'utilità di agire nel sud: fu P. a travolgerli (Mazzini a P., 26 gennaio: «Amico, intendetemi bene: darei il sangue perché si facesse nel Sud, ma non voglio sprecare gli ultimi elementi che posso mettere in moto sull'incerto»).
      (230) Mazzini rincarava la dose con Fanelli sei giorni appresso («Le minorità non fanno rivoluzioni; le provocano: la minorità che provocò le giornate di marzo in Milano, se avesse esatto, prima della scintilla produttrice, cifra uguale all'impresa, non avrebbe tentato mai»).
      (231) Offeso da tanti rimproveri, rispondeva il 20 maggio F., fieramente vantando gli elogi in altri tempi prodigatigli da Mazzini come a uomo non certo indegno di assumere responsabilità.
      (232) Di P., nella lettera 24 maggio, Mazzini tracciava questo magnifico elogio: «Migliore uomo non potreste avere ad ispiratore: principio radicatissimo, assenza d'ambizione di potere, pericolosa nell'avvenire, concetto strategico della Guerra d'Insurrezione, energia nell'esecuzione.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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