(285) Sullo stato d'animo di P. di ritorno da Napoli, v. anche SAFFI, l. c.; S. attinse a una relazione di G. Profumo, testimone oculare.
(286) In una lettera del 20 luglio '73, Musolino asserí, quanto alla spedizione di Sapri, «che non solamente Mazzini la sconsigliò aspramente, ma che fu P. che volle eseguirla ad ogni costo, ed in questa occasione la ruppe con Mazzini» (RAULICH, 458). Esagerazione, né piú né meno che l'altra diceria riportata, già l'8 luglio '57, dalla torinese Gazzetta del Popolo, secondo la quale il colonnello P. era niente affatto d'accordo con Mazzini a proposito del tentativo su Genova... P. glie ne lasciò l'intiera responsabilità, senza romperla con lui perché aveva bisogno di ottenere alcuni uomini, fucili e danari per il suo tentativo su Napoli».
(287) Il racconto di Danèri, infarcito d'inesattezze, in RONDINI.
(288) P. non disponeva che di pochissimi appunti e schizzi pseudo topografici, poi repertati sul suo cadavere: tra di essi una «pianta delle Isole di Napoli», e «un pezzo di carta che contiene notizie riguardanti il porto di Ponza» (Resoconto, 722). In piú, un Prospetto delle operazioni a farsi nello sbarco di Sapri (LACAVA, 213-14).
(289) La pubblicazione del Testamento di P. — comparso la prima volta nel Journal des Débats, luglio '57, e poi in traduzione nei giornali piemontesi e in quelli inglesi — sollevò grande scalpore. I piú, anche tra gli amici di P., ne deplorarono il tono; e la White, alla quale ne venne attribuita la prima pubblicazione, buscò generali rimproveri (BERTANI, I, 245). Cavour, che negli avvenimenti del '57 vide l'occasione opportuna per screditare definitivamente il mazzinianismo in Italia, accolse invece il Testamento quasi con gioia (Nuove lettere, ed.
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