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      Mayor, 550); e il Boldoni insinuava addirittura che il governo piemontese avesse procurata la maggior possibile diffusione del Testamento; certo, aggiungeva, esso ha prodotto «cattiva impressione sul pubblico» (MARIO, Bertani, I, 246). «Un'assai sinistra impressione», precisava Macchi, a Cattaneo, 1° agosto '57. La clericale Armonia non si lasciò naturalmente sfuggir l'occasione per stillare un Avviso ai proprietari (già cit.), nel quale, more solito, i radicali principii pisacaniani venivano estesi a tutto il movimento liberale italiano, con imaginabili deduzioni... Il Morning Post — pubblicandolo in parte il 24 di luglio — cosí lo commentava: «L'insieme di questo documento è caratterizzato da uno sforzo di esaltata logica, che dimostra come il pover'uomo fosse travagliato da un eccitato stato mentale, e insieme comprova l'odio profondo nutrito da tutti i cospiratori e i radicali verso il governo piemontese». Il Times, 28 luglio, offriva ai suoi lettori il Testamento qual «prova di che sia capace un rivoluzionario integrale... Per noi inglesi è quanto mai sorprendente vedere energia, coraggio indomabile, e ferma tenacia di propositi basata su sogni nei quali a fatica imaginiamo che alcuno possa credere sul serio». Al Times pareva incredibile addirittura come gli «ultra» di tutta Europa potessero considerare male abominevole tutto ciò che valeva a render la gran massa rassegnata al proprio stato e aliena dalle rivoluzioni, inconcepibile che per siffatte teoriche si potesse trovare alcuno disposto a giocare la vita.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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