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      Sono ben pochi, o non esistono affatto, i partigiani... del comunismo tanto a Napoli che in Sicilia».
      (310) I marinai del Cagliari deposero tutti di essere stati minacciati colla pistola alla mano, di essere stati tenuti, nel resto del viaggio, quali prigionieri, di esser stati costretti a far tutto quello che i rivoltosi ordinavano, compreso il gridare «viva la repubblica, viva l'Italia». Uno di essi, durante l'ammutinamento, prese tanta paura che avrebbe voluto gettarsi in mare! (Rec. Off., l. c.).
      Falcone (pratico d'inglese) s'incaricò di consegnare il famoso biglietto ai macchinisti inglesi. Deposizione Badino: il capo macchinista venne minacciato «che se le macchine si fossero guastate gli andava la vita»; ond'è che egli lo vide «rallentare alquanto la forza alle macchine per tema che prendendo qualche disastro, non si credesse fatto a bella posta, ed effettuassero le loro promesse quei rivoltosi». Un altro fuochista fece osservare che la macchina era vecchia e si era già piú volte guastata...
      (311) Carlo Noce, da Genova, di anni 34, era il cuoco di bordo. La sua dep. nel Rec. Off., 1. c.
      (312) Qualche differenza fra RONDINI e BILOTTI nel precisare il numero e i nomi dei firmatari della Dichiarazione. Alcuni di costoro deposero poi di aver firmato senza leggere... (Resoconto, 522).
      Secondo la deposizione del fuochista Rebora, avendo P. riunito l'equipaggio del Cagliari «che mostravasi poco affezionato a quel loro nuovo governo», e intimato «che si farebbero saltare le cervella a chi si fosse mostrato renitente», il nostromo richiese, e ottenne, altro attestato scritto, a giustificazione dell'equipaggio.


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Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano
di Nello Rosselli
pagine 502

   





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