(313) Altra deposizione di uno dei marinai: «Ordinarono che si bordeggiasse sul Monte di Portofino (sic) senza far cammino dicendo che aspettavano una barca... e vi si stette sino allo spuntar del giorno, e poi si diressero a capo Corso dell'isola di Corsica..., ma neanche là si trovò».
(314) Secondo Danèri (RONDINI, 8) sarebbe stato Mazzini, prima della partenza della spedizione, a consigliare che, in caso di mancato incontro con le barche di Pilo, si perdessero «due giorni in alto mare per aspettare la notte del 29 e sbarcare a Lerici i 25 uomini quasi tutti di quel paese, provocare una insurrezione, riunire il maggior numero e marciare su Genova...»
(315) Che il carbone mancasse dimostra il fatto che a Ponza s'imbarcò molta legna da ardere (MARIO, In memoria, 17). Nelle cit. depos. Saponi e Rebora si legge anzi che «prima di arrivare al capo Corso trovarono una barca napoletana..., speravano che fosse carica di carbone per approvisionarsene perché ne eravamo un poco mancanti..., ma quel legno era carico invece di granturco»; non sembra però notizia attendibile.
(316) Che il Cagliari fosse adibito a trasporto di armi, abbiam visto, lo sapevano tutti, fuorché P. e Mazzini. Il 5 luglio, ad es., il Console inglese a Cagliari informava il suo Ministro degli Esteri che, nel suo precedente passaggio da quel porto (17 giugno), il Cagliari recava a bordo un ingente carico di armi (Rec. Off., F. O., 70 , 293).
(317) La squadra inglese si ancorò a Livorno la mattina del 27 di giugno. Secondo la cit. dep.
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