(343) Fanelli morí nel 1877 in una casa di salute, «tormentato da gravi disturbi nervosi, ma non pazzo» (TEOFILATO, op. cit.). Soffriva di «una specie di sovraeccitazione nervosa che lo rendeva melanconico, sospettoso» (Fabrizi al processo di Firenze, in Resoconto, 115).
(344) Fanelli ad Albini, 4 luglio '57: «Noi questa sera faremo la parte nostra cominciando con una imponente dimostrazione che porteremo all'azione». Ma la dimostrazione (Console Barbar a Clarendon, 9 luglio) «non venne effettuata in seguito al fallimento del tentativo in Calabria e per avere uno del partito informato la polizia in proposito» (Rec. Off., F. O., 70 , 289). Su quei giorni di passione per Fanelli e sul comportamento dei moderati, cfr. specialmente l'op. cit. di FABRIZI.
(345) Era l'Italia del Popolo, Genova, 7 luglio, che in una corrispondenza da Napoli riferiva la voce ivi diffusasi di una spedizione navale sarda.
In un rapporto del Prefetto di Polizia al suo Direttore, Napoli, 11 luglio '57, si legge che vicino a Capodimonte vennero trovate armi bianche e bandiere tricolori. «In conclusione però si può francamente ritenere che gli agitatori, i quali avean concepito la stolta mossa rivoluzionaria la sera dei quattro, scorati dall'imponenza della forza, la quale con tutta diligenza piazzata nei luoghi minacciati, li costrinse (sic) a gittar le armi nel pozzo, e le bandiere in una campagna poco lontana» (Arch. di Stato, Napoli, Min. di Pol., f. 551).
(346) Son note le polemiche vivacissime cui il contegno di Fanelli dette luogo quando, nel 1860, i superstiti di Sapri vennero liberati dalla galera.
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