Senza i suoi tentativi «iti a vuoto» — egli scriveva l'11 luglio '57 — «Cavour non poteva dir altro a Parigi, come avvenire d'Italia, che essa produce bozzoli, fichi e maccheroni deliziosi» (Pol. e arte, 204).
(372) Era la Gazzetta del Popolo, 13 agosto '57, che riferiva l'odiosa calunnia su Mazzini sollecito dei suoi interessi pecuniari durante il compimento della spedizione di Sapri; tali rivelazioni si concludevano, degnamente, cosí: «Il sig. Mazzini è un rivoluzionario che grida agli altri avanti ma che quanto a lui pensa di salvare la pancia per i fichi». L'Indipendente, Torino, 9 luglio, scriveva «che nella storia non vi ha tiranno che abbia versato tanto sangue come Mazzini; questo sciagurato è circondato da una immensa quantità di capi mozzi di giovani da lui portati al patibolo».
A rivendicare l'onore di Mazzini pensava un giornale inglese, l'Illustrated London News, 11 luglio '57, il quale asseriva che se le imprese del giugno '57 avessero sortito buon esito, Mazzini e compagni sarebbero stati salutati da tutti come gli eroi dell'epoca. «Tutto il mondo vede e ammira l'altezza cui s'è inalzato l'Imperatore dei Francesi col colpo di stato...; e tutti possono figurarsi l'abisso di miseria e di degradazione cui quell'illustre personaggio sarebbe pervenuto se la sua audacia non fosse stata ricompensata da un completo successo. Cosí è col sig. Mazzini e con i cospiratori italiani — con questa differenza che essi lottano per la libertà e non per il soggiogamento della loro patria».
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