Non si può neanche sperare che essi possano, per integrare eventuali piccoli risparmi, ottenere largo credito sul lavoro futuro delle loro associazioni.
Risparmio e credito si devono tuttavia additare ai lavoratori affinché sappiano che solo attraverso al loro personale sacrificio potranno raggiungere una vera emancipazione. È l'elemento morale della soluzione: il primo, per Mazzini.
Praticamente, e volendo non tanto acquietare i lavoratori, quanto risolvere per davvero la questione del lavoro, egli suggerisce al governo, o meglio afferma che un governo veramente democratico prenderà spontaneamente, questi tre provvedimenti fondamentali: 1) imposizione di un unico tributo sul reddito, in sostituzione di ogni altro, con esenzione per il reddito necessario al sostentamento e solo ad esso sufficiente; 2) creazione di banche di credito operaio; 3) costituzione di uno speciale fondo nazionale consacrato al progresso economico ed intellettuale di tutto il paese, che raccolga il gettito delle imposte collaterali (da versarsi allo Stato), il reddito dei beni ecclesiastici e comunali, delle terre incolte, di altri beni di pertinenza dello Stato.
All'opera del governo, agli sforzi dei lavoratori dovrà unirsi lo spontaneo incoraggiamento delle classi abbienti: le quali appoggeranno in ogni modo le nascenti associazioni operaie e anticiperanno la instaurazione di una nuova organizzazione del lavoro, studiando intanto nuovi sistemi di retribuzione, venendo incontro ai giusti desideri degli operai, iniziando insomma rapporti di collaborazione fra capitale e lavoro.
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