Le preoccupazioni che questo loro accentramento suscita nelle classi dirigenti e negli agitatori politici sospinge questi e quelle a studiare le condizioni, a curare i bisogni, a indagare le intenzioni di questi gruppi sociali.
Quali erano le loro condizioni morali e materiali?
Nel 1861, la percentuale degli analfabeti in tutto il regno era altissima(14): su 100 abitanti, solo 21,8 sapevano leggere e scrivere o leggere soltanto; su una popolazione totale di 21777334 abitanti cioč, solo 4774633(15).
Togliamo di mezzo i fanciulli al di sotto dei cinque anni; restano, su 9402677 maschi, 6402325 analfabeti (il 68,1%), e su 9414971 donne, 7651177 analfabete (l'81,3%). Questa percentuale si abbassa nelle regioni dell'Italia centrale e settentrionale, raggiunge un livello altissimo nel Mezzogiorno; in Sicilia, sempre nel 1861, l'86% dei maschi e il 95% delle femmine era analfabeta.
Il numero delle scuole era assolutamente inadeguato; nel 1861, tra pubbliche e private, le scuole elementari sommavano a 28524; 11 per ogni 100 kmq; 13 per ogni 10000 abitanti(16). Gli allievi delle scuole elementari erano 1008672.
Molto istruttivo č esaminare la distribuzione geografica delle scuole elementari; il solo Piemonte ne possedeva rispetto al totale generale (8467) circa un terzo e gli scolari piemontesi costituivano, naturalmente, un terzo del totale degli scolari italiani (361 970). La Sicilia, con una superficie maggiore della Lombardia e una popolazione di poco inferiore, possedeva sette volte meno scuole della Lombardia (946 contro 7069) e quasi dodici volte meno scolari (25033 contro 302372)(17).
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