Alla ignoranza dei proletari fa perfetto riscontro la incoscienza della borghesia. Quel che non si riesce a capire è che quelle pubblicazioni trovassero tra gli operai pazientissimi lettori(47). Si invitano i lavoratori a star tranquilli, a non dar retta agli interessati inventori di una questione sociale. Col lavoro, col risparmio, con la temperanza miglioreranno le loro condizioni economiche; pazzesco è richiedere aumenti di salario. O non sanno gli operai che questi si ripercuotono ipso facto sul costo della vita, che son dunque miraggi fallaci? Si inscrivano pure nelle società di mutuo soccorso, frequentino le scuole serali, tutt'al piú fondino una cooperativa di consumo, ma non pensino ai gravi problemi, alla soluzione dei quali provvedono, con loro sacrificio, e con desiderio di giovare a tutti, le classi dirigenti(48). Qualche eccezione non vale a modificare sostanzialmente questa impressione complessiva.
Il clero, che delle novità politiche ha pagato tutte le spese e che sogna la restaurazione dei regimi caduti, rigidamente fondati sulla religione cattolica e consacrati dalla legittimità, non risparmia occasione per creare seri imbarazzi al nuovo governo monarchico, nella speranza di determinare una crisi definitiva. Raccoglie perciò intorno alla propria formidabile organizzazione quanti rimpiangono l'Italia preunitaria, quanti, visti rovinati i loro interessi dal nuovo regime, lo subiscono in silenzioso rancore: e non sono questi una esigua frazione delle nostre classi possidenti e intellettuali.
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