Sono iniziative raramente fortunate: il salario è troppo esiguo perché gli operai possano accantonarne una sia pur minima parte in vista dello sciopero.
Piú importante di ogni altra un'agitazione promossa dagli operai torinesi per ottenere le 10 ore di lavoro: alcune categorie dichiarano lo sciopero e il 30 luglio si raduna un comizio di circa quattromila operai. Questa audacia e la vastità stessa dell'agitazione sconcertano tutti: i giornali non sanno che atteggiamento assumere, un foglio moderato giunge perfino a prender le parti dei dimostranti(69); diverse società operaie, invece, corrono ai ripari, declinando ogni loro corresponsabilità(70).
Altre iniziative importanti attuatesi durante il 1860 nel campo operaio sono: la fondazione a Milano, sotto la presidenza onoraria di Garibaldi, della Associazione generale di mutuo soccorso degli operai di Milano (gennaio)(71); e, ancora a Milano, la apertura, da parte della Società degli scalpellini, di una officina sociale, vera cooperativa di produzione che dà lavoro ai soci disoccupati(72). La prima acquista prestissimo una grande prosperità sia per l'alto numero di soci raggiunto (già duemila sul cadere del 1861) sia per la vasta attività che esplica: oltre a organizzare il mutuo soccorso, essa funziona infatti da agenzia di collocamento per i disoccupati, impianta cooperative di consumo, scuole, biblioteche.
Nell'ottobre 1860 (dal 26 al 28) si raduna a Milano l'VIII Congresso delle società operaie. Vi partecipano i delegati di sessantaquattro società, appartenenti oltre che alle antiche province del Regno di Sardegna, alla Lombardia, alla Toscana e all'Emilia(73).
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