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      Ma la questione della politicità, sulla quale s'imperniava il profondo dissidio tra democratici e moderati, impedí il pacifico svolgersi dei lavori.
      Il congresso si inaugura il 27 settembre 1861. Il giorno prima, la fiorentina «Nazione» chiarisce il punto di vista dei moderati: troppi e non tutti strettamente attinenti al mutuo soccorso sono i quesiti presentati; si lodano gli organizzatori, che hanno bandito i quesiti di natura politica, provando cosí di aver compreso «quanto non solo inutile ma dannoso sarebbe stato seguire i consigli che dava alla Società di Bologna il Mazzini». Se le società operaie di mutuo soccorso «si convertissero in conventicole politiche, la loro natura sarebbe falsata, il loro scopo mancherebbe, la loro prosperità sarebbe compromessa dal sospetto e dalla diffidenza, che sono la morte della carità». L'articolo termina con l'augurio che nel congresso non si abbia a «deplorare la diffusione di false dottrine economiche, che per ora in Italia non sono penetrate nel popolo. V'hanno quesiti, dal modo di svolgere dei quali dipende il vedere se si vogliono o tener lontane dagli operai o infiltrare in essi certe massime, che può glorificare la scuola socialista, ma non può non condannare chiunque, non diremo profondo, ma sia alcun poco iniziato nello studio dei sani principî economici».
      Il diffidente compiacimento della «Nazione» dura ben poco. Si è appena inaugurata la prima seduta che i deputati delle società operaie di Cagliari e Sassari presentano la seguente interrogazione:


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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