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      Di queste e di altre proposte tien conto l'ordine del giorno conclusivo presentato da Guerrazzi, Sbarbaro e altri quattro delegati. Ordine del giorno che è la sintesi del congresso e che rappresenta uno sforzo notevole di concretezza e di praticità, per quei tempi, di fronte a un problema cosí grave e complesso.
      «Il Congresso, considerata la questione dei salari urgentissima, proponendola allo studio della Commissione e di tutti i soci, dichiara funesto essere agli operai ogni sciopero ed ogni mezzo violento. Vero e sicuro modo di rialzare le condizioni materiali dell'operaio essere il progresso, l'accrescimento e l'organamento delle società operaie. E provvisoriamente, doversi ricorrere nelle contingenze dei casi a interporre uomini probi e retti scelti nel seno della società e tra gli amici degli operai per ottenere equi e cristiani provvedimenti a proposito dell'accrescimento dei salari e della riduzione delle ore di lavoro, come pure domandare l'abrogazione di quegli articoli del codice penale che puniscono le coalizioni degli operai. E raccomandare la formazione dei comitati di previdenza».
      Il congresso si chiude, dopo che si è proceduto alla elezione della nuova Commissione permanente, a formar la quale vengono chiamati, s'intende, tutti democratici, i piú appartenenti alla sinistra mazziniana, con Garibaldi in testa.
      Su 13 membri, 3 soli operai(114).
     
      3.
      La divisione delle forze
     
     
     
     
     
      I delegati che si son ritirati, protestando, dal Congresso di Firenze iniziano subito sulla stampa amica una campagna contro la maggioranza del congresso e i suoi deliberati «sovversivi».


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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