Mutuo soccorso, cooperazione, istruzione erano le tre vie fondamentali attraverso le quali questi operai andavan compiendo la loro trasformazione.
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I Congressi di Parma e di Napoli
Nel corso del 1862 la parte democratica, riafferrata in pieno dal problema politico, si era interessata assai mediocremente del movimento operaio, o meglio non se ne era interessata che per chiedere solidarietà attiva o consenso generico nell'azione politica alla classe lavoratrice organizzata.
Nel 1863 il suo atteggiamento si modifica; essa ritrova un poco del suo antico fervore.
Il 3 gennaio esce a Milano, per iniziativa di Mazzini, il primo numero di un piccolo giornale operaio, «Fede e Avvenire». «Predicate agli operai che lo aiutino - scrive Mazzini lo stesso giorno a Giannelli. - Non badino al piccolo: se aiutati, lo ingrandiremo e ne faremo il monitore della classe operaia»(155).
I giornali operai mazziniani, che sono una piccola legione, tra quelli fondati all'estero e in Italia prima e dopo il 1860, ebbero tutti un tipo uniforme, immediatamente riconoscibile. Su tutti Mazzini, ancorché non vi collaborasse direttamente, imprimeva il suggello della sua prepotente personalità. Era sempre lui che ne tracciava il programma e i limiti e ne designava i redattori. Questi redattori venivano scelti fra i discepoli piú ortodossi o erano assiduamente sorvegliati; gli scritti editi di Mazzini erano la falsariga sulla quale si compilava ogni numero; ogni fatto contingente veniva commentato ispirandosi alle sue vedute generali.
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