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      Mazzini premette agli articoli dello statuto il seguente preambolo:
      «Credenti in Dio,
      «In una Legge Morale che ci comanda di lavorare e progredire moralmente, intellettualmente, economicamente pel bene comune,
      «Nell'Associazione delle forze come nel solo mezzo efficace a raggiungere quel fine...»
      Cattaneo salta a piè pari ogni astratta considerazione, non impone ad alcuno la credenza in determinati articoli di fede, entra subito nel vivo dell'argomento:
      «Le società operaie italiane costituiscono un potere federale all'intento di provvedere ai propri bisogni morali e materiali rappresentato da nove membri eletti ogni anno in occasione del Congresso degli operai. Nel mentre le società operaie costituiscono questa complessiva rappresentanza, conservano la rispettiva autonomia nella interna amministrazione».
      Cattaneo sente la necessità di contrapporre al potere della complessiva rappresentanza l'autonomia delle sezioni; Mazzini - che parla invece di una Commissione direttrice suprema - di questa autonomia non fa menzione esplicita.
      Mazzini assegna alla commissione il compito di promuovere fra gli operai «le tendenze al dovere, al sacrificio giovevole a tutti, all'unità tra le credenze e gli atti», di curare «quanto può educarli alla coscienza della loro missione»; Cattaneo non nomina mai le parole «dovere», «sacrificio», o simili; si limita a indicare quali sono i mezzi che possono contribuire ad elevare il livello morale ed economico delle classi operaie: scuole, biblioteche, banche artigiane, cooperative di consumo.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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