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      Mentre Cattaneo vuole che la rappresentanza curi la diffusione del mutuo soccorso «nelle classi agricole, finora quasi dimenticate»(180), Mazzini, che di queste ultime sembra ignorare fin'anco l'esistenza, affida alla commissione l'incarico di promuovere agitazioni volte a ottenere il suffragio universale e una riforma tributaria.
      Il confronto è sommario(181), ma significativo.
      Mazzini ha tradotto nello statuto il nucleo delle sue idee religiose, politiche, sociali. Egli vuol fondare una grande Associazione operaia mazziniana; si sente ispirato da Dio e crede perciò alla superiorità assoluta del suo programma: logicamente quindi tenta di imporlo(182).
      Cattaneo, positivista, con un rispetto della libertà che non soffre eccezioni, si tratti di grandi o di piccoli interessi, ha indicato le poche norme indispensabili al coordinamento dell'azione operaia in tutto il paese, cui le singole società debbono sottostare, senza per questo rinunciare alla propria autonomia.
      I due uomini sono tutti nelle poche linee di questi loro progetti.
      In possesso dei quali i membri della Commissione permanente eletta a Parma si posero all'opera per assolvere il compito loro affidato, e non dovette esser cosa facile compilare, d'accordo, un testo definitivo. Ma sulla fine di luglio del 1864 la loro fatica era giunta al termine e il nuovo Atto di fratellanza comunicato alle società perché lo ponessero in discussione.
      In sostanza la commissione si attenne al progetto mazziniano, valendosi dell'altro come d'un vaglio critico cui sottoporne ogni punto.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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