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      E, dietro a loro, tutta una schiera di pensatori e di scrittori di seconda grandezza, attivissimi nella divulgazione dei risultati del nuovo indirizzo scientifico: come Luigi Stefanoni, traduttore di Feuerbach, di Büchner, di Herzen, di Fontenelle, oltre che mediocre ma vivace cultore di studi storici e politici; Filippo De Boni, Levino Robecchi, Guido Bazzoni, Giuseppe Ricciardi, Luigi Bertagnoni e moltissimi altri, ai quali si deve una fervidissima propaganda del libero pensiero, propaganda che si estrinsecava nella fioritura di numerosissime società di liberi pensatori(255), promotrici di conferenze, riunioni, pubblicazioni varie e giornali. Fra questi ultimi, notevole «Il Libero Pensiero» (tramutatosi poi nel «Libero Pensatore») che si pubblicò prima a Parma, poi a Firenze e a Milano dal 1866 al 1875.
      Nelle Università, intanto, nei gabinetti scientifici trionfava l'indirizzo materialistico di quasi esclusiva importazione straniera. Basterà ricordare il Moleschott, lo Schiff, lo Herzen, Cesare Lombroso, Salvatore Tommasi. Il clamore destato dai loro studi valeva a dare a tutto il movimento del libero pensiero, che dei risultati di quegli studi si faceva divulgatore, generalizzatore ed esageratore entusiasta, un tono di vivacità e nello stesso tempo di serietà che gli conciliavano sempre piú larga simpatia e adesioni.
      Le file democratiche si eran lasciate profondamente permeare da questo nuovo spirito tanto che si può dire che, fra di esse, quelli che n'eran rimasti estranei formavano una piuttosto esigua minoranza.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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