Documento interessante di tale tendenza, l'indirizzo di solidarietà inviato dagli operai di Brescia ai compagni di Parigi e di Berlino, che avevano emesso un voto contro la guerra (giugno 1867)(337).
IV. Anni di crisi (1868-70)
1.
L'ambiente sociale nel 1868
Il 1868 è anno di miseria e di profondo malcontento per le classi lavoratrici italiane. La crisi economica che ormai da otto anni travaglia il paese e che la guerra del '66 e il corso forzoso decretato in quell'anno hanno notevolmente aggravata, si ripercuote disastrosamente su tutti i ceti, diminuendone le entrate e inasprendone i pesi. I vari ministeri che si sono succeduti al potere, tutti animati da una coraggiosa volontà di risanare il bilancio dello Stato e di promuovere la prosperità economica del paese, hanno perseguita e perseguono tuttavia una politica ferrea, antidemagogica, elevando gradatamente il tasso delle imposte, riducendo al minimo le spese superflue; hanno sfidato e sfidano l'impopolarità.
Nel '68 l'industria è in crisi, il paese subisce i danni del cattivo raccolto del '67, la svalutazione della moneta porta a un ristagno di tutti gli affari e intralcia il commercio d'importazione e di esportazione: i generi di prima necessità rincarano e mentre l'imposta sulla proprietà fondiaria sale al 16,25% e quella di ricchezza mobile stabilita nel '66 a un tasso dell'8% pesa insopportabilmente sul bilancio di tutti i salariati, i salari operai si mantengono a un livello bassissimo. In tutto il paese, tra gli operai e tra i contadini, serpeggia un pericoloso fermento che si manifesta con frequenti clamorose proteste e che si teme possa trascendere a qualcosa di molto grave.
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